Riccò del Golfo è un comune alle spalle della Spezia, in collina, nell’entroterra e a soli 15 minuti dal mare del golfo spezzino. Dista pochi chilometri da casa mia, ma l’ho scoperto solo tre anni fa accompagnando mio figlio Luca ad un campo estivo al Junior Tennis San Benedetto. 3.700 abitanti, immerso nel verde, è un borgo tranquillo ma nello stesso tempo vivo, che frequento ancora perché nel frattempo mio figlio si è appassionato al tennis. Tre volte alla settimana parto dalla Spezia per accompagnare Luca e quando scendo dalla macchina mi sembra di rinascere: l’aria pulita e l’abbraccio degli alberi mi ricordano che basta veramente poco per ricaricarsi. La zona è ricca di sentieri e per questo battuta molto dai turisti appassionati di trekking.
Riccò del Golfo è sempre stato un territorio di passaggio e la via Aurelia un punto cardine ma fino a una decina di anni fa la zona non era molto considerata dal punto di vista turistico. La vicinanza alla Spezia (grazie all’apertura della galleria di Marinasco) e alle Cinque Terre hanno contribuito a rendere appetibile il territorio ai turisti. Non solo, ma questi punti di forza hanno evitato lo spopolamento del comune di Riccò del Golfo che ha mantenuto attivi molti servizi.
La zona è molto interessante dal punto di vista storico ed architettonico. Dal centro storico di Riccò, molto caratteristico, alle diverse frazioni (da Quaratica a Valdipino, fino a Polverara , Castè e Carpena, il borgo dal quale ha origine La Spezia) è tutto un susseguirsi di resti ben conservati, chiese, santuari e anche una grotta carsica. Ogni borgo ha una storia personale che vale la pena scoprire. Tra gli esempi del patrimonio storico-architettonico il centro storico di Ponzò, che ha conservato la sua struttura di fortezza-residenza, le chiese di San Cristoforo, Santa Caterina e San Bartolomeo; la chiesa di San Rocco a Quaratica; la chiesa di San Benedetto, nella località omonima; i santuari di San Gottardo e della Madonna dell’Agostina. Gli scalpellini di Casella e Valdipino erano considerati dei maestri nella lavorazione della pietra e ancora oggi è possibile ammirare splendidi portali, preziose marginette e decorazioni di vario tipo lungo le vie di questi borghi.
Nell’antichità Riccò era un punto di snodo: dall’entroterra la gente scendeva verso le Cinque Terre, o meglio, il mare. Oggi abbiamo a disposizione la fitta rete di sentieri, sia verso la Val di Vara che verso il mare del Parco delle Cinque Terre, raggiungibile a piedi in circa due ore.
Tra qualche giorno vi parlerò di Codeglia, un esempio di albergo diffuso, sempre nel comune di Riccò del Golfo.
Maria