Il Carnevale viene da lontano

Storia del Carnevale

La tradizione del carnevale è antica quanto l’uomo, la rappresentazione del primo uomo mascherato è stata scoperta nella grotta detta “des Trois Frères“in Ariège, nei Pirenei, in Francia ed è datata fra 15.000 e 10.000 anni fa, ovviamente non ne conosciamo il significato, ma sappiamo che le maschere esistevano già a quel tempo. Comunque le pitture parietali dei nostri antenati come nelle grotte di Altamira in Spagna, Lascaux e in altre grotte in Dordogna ma anche in altre parti del mondo ci dimostrano come quegli uomini cacciatori e raccoglitori avessero il senso del passaggio delle stagioni, che onoravano con riti. Durante il neolitico e all’inizio dell’età dei metalli i siti come Carnac, Stonehenge, altri siti megalitici ci raccontano di come l’uomo conoscesse le stagioni e fosse consapevole dello scorrere del tempo.  Babilonesi, Greci, Romani festeggiavano la fine dell’inverno e l’inizio della primavera in modi diversi. I Babilonesi praticavano i riti dell’inversione dei ruoli nominando sovrani fittizi ed effimeri, si trattava di feste simili ai Saturnali ed erano in onore della dea Anaïtis, per 5 giorni schiavi e padroni invertivano i loro ruoli, ad esempio un condannato a morte in quei 5 giorni diventava re prima di essere ucciso.

 

I Greci onoravano il dio Dioniso, dio della fecondità, del vino e delle piante, queste feste si svolgevano alla fine dell’inverno per celebrare il ritorno della primavera. Per 5 giorni vi erano sfilate nei campi, rappresentazioni sacre nei teatri, mascherate e rappresentazioni mimate del sacro matrimonio fra Dioniso e la sua sposa.

                                                                                                   

Presso gli ebrei la festa del Purim che si celebra durante il mese di Adar del calendario lunare, cioè fra febbraio e marzo celebra la storia di Ester che salvò gli ebrei in Persia e in Media dallo sterminio. Non è una festa propriamente legata al concetto di rinascita, di vita e morte del Carnevale, ma anche qui troviamo travestimenti, divertimento, inversione dei ruoli, si dice che durante il Purim tutto è permesso.

A Roma durante il solstizio d’inverno si celebravano i Saturnali in cui i ruoli, per più giorni, secondo le epoche, da 1 a 8, erano invertiti gli schiavi diventavano padroni e tutto era permesso, queste feste in cui veniva eletto un re fantoccio, simboleggiavano l’eguaglianza degli uomini all’origine dell’umanità.

Agli arbori del Cristianesimo si tende a combattere le feste idolatre romane, ma a poco a poco queste sono recuperate e integrate nella Chiesa. Nel Medioevo, il periodo consacrato a queste feste del “mondo alla rovescia “si sposta da dicembre a febbraio perché la Chiesa le collega alla Quaresima, al popolo viene dato un periodo di divertimento e di possibilità di nutrimento maggiore per terminare le scorte alimentari invernali, prima del periodo del digiuno, è il passaggio dall’inverno alla primavera, dalla morte alla rinascita della natura. Il termine Carnevale deriva da “carnem levare “cioè sopprimere la carne e i suoi derivati per i 40 giorni della Quaresima. Il Carnevale, in una società guerrafondaia, con classi rigidamente catalogate e separate, molto oppressiva nei confronti del popolo, e dove le manifestazioni pubbliche erano un trionfo delle differenze gerarchiche, dove l’ineguaglianza era canonizzata, è una sorta di liberazione momentanea, una abolizione temporanea di tutti i privilegi, regole e tabù. Durante il Carnevale tutti sono considerati uguali, le persone si liberano dalla loro condizione e dai loro legami sociali, lavorativi e familiari per trasformarsi, grazie al travestimento, in qualcun altro a cui tutto è permesso per qualche giorno. Il Carnevale termina con il Martedì Grasso, ultimo giorno prima del Mercoledì delle Ceneri primo giorno di Quaresima. Durante i festeggiamenti del Martedì Grasso le libagioni sono permesse in abbondanza e dolci tipici nascono in molti Paesi, è la giornata più intensa per i divertimenti.